giovedì 30 giugno 2011

Vogliono oscurare i BLOG!!!!!!

L'amico blogger Milo, la Gabry e tanti altri stanno diffondendo questa notizia, bisogna firmare la petizione, 3° link in basso....leggere, firmare, diffondere, grazie.


http://le-storie-di-milo.blogspot.com/
http://gabrybabelle.blogspot.com/

http://www.avaaz.org/it/it_internet_bavaglio/?copy

venerdì 24 giugno 2011

La figlia ribelle...3° punto

Cari amici buon fine settimana, qui, ormai lo sapete è festa grande San Giovanni, Patrono di Torino..prima di augurarvi tanto sole dentro e fuori, vi comunico che stamattina sono stata "unta" dalla fortuna:-)). Ero ai giardini dietro casa con il mio fidato amico Poker, quando mi son sentita una goccia cadere sulla testa, hoibò, ho pensato, la nuvola di fantozzi:-), invece era un passerotto che mi ha centrato la capocchia:-)))mi sono lavata alla fontanella, toret, poi son tornata a casa per uno shampo profumato, infine, tra le risate di Natale (non è un cagnolino, bensì il nonno di A. che era nei pressi), son ritornata all'ovile..
Un bacio a tutti voi, il racconto che è in stesura, è inventato di sana pianta, tranne in alcuni particolari, vi ringrazio tutti per i gentili commenti e soprattutto ringrazio chi, pensando di essere buon "osservatore della vita", mi dà consigli per la sopravvivenza:-),grazie, lo riferirò alla persona che mi ha ispirato questo scritto, che è viva e vegeta, anche se "traballante":-)))


Quella notte non dormii, strani fantasmi spuntavano dalla finestra aperta, cosa mi stava succedendo e perchè ero ancora lì? Ci pensai a lungo, ormai avevo raggiunto l'età anagrafica per poter andar via senza essere riportata indietro all'inferno. Mi alzai molto presto, stranamente prima di mia madre che era la prima a tirarsi su dal letto per preparare i panini che i miei fratelli si portavano al lavoro. Fui molto paziente, avevo raggiunto una strana calma, preparai il caffè, poi con la tazzina fumante uscii fuori a godermi il fresco della mattina in campagna. Quando uscirono tutti , io ero già pronta, preparai poche cose in una valigia rossa, mi misi in tasca i soldi per il treno e fui pronta per il grande viaggio che avrebbe cambiato la mia vita. Mia madre mi guardava un pò in apprensione, i soliti consigli, le solite poche parole, la baciai e lei non sorrise, forse era solo un pò triste perchè mi perdeva di nuovo.
Arrivai alla stazione molto prima della partenza del treno mi aspettavano i miei amici di sempre, uno in particolare, compagno di tante battaglie ( che alla luce di oggi sembrerebbero inutili ), amico di sogni, di partenze, di letture alla stazione, di popcorn al cinema, amico di ideali in comune, contro i soprusi, le ingiustizie che a quell'età ti sembrano ancora più eclatanti, amico di lunghe corse per stabilire il più veloce, amico che ogni donna vorrebbe avere....ma io non lo degnai quasi di uno sguardo, ero troppo proiettata verso la fuga da tutto e tutti, lui compreso. Eppure il vederlo lì alla stazione mi fece troppo male, sembrava che una parte di me morisse con la partenza di quel treno, la mia storia, le nostre vite intrecciate da sogni e paure, incertezze ed esaltazioni....non lo salutai quasi, gli dissi solo : " ritornerò", ma mentivo.
Il capostazione fischiò e le porte vennero chiuse, mi affacciai al finestrino, non sazia di quell'aria che forse non avrei respirato più. Mi salutavano con le mani alzate, strette a pugno, sorrisi, tra me, pensando, sono sempre gli stessi, i miei compagni di giochi...
Appena tutto divenne piccolo piccolo e le loro immagini sbiadirono fino a scomparire cominciai a piangere, senza lacrime, dentro uno squarcio, una ferita profonta, un odio feroce verso chi mi aveva condannato alla fuga, sempre nei suoi confronti, il padre che non avrei mai voluto avere, il mio tormento, la mia appartenenza ad una famiglia così difficile, tutte le colpe che gli addossavo....

lunedì 20 giugno 2011

La figlia ribelle...2° punto

La madre no,poche frasi cortesi, un sorriso sempre triste stampato sul viso: la disfatta della sua vita, la sconfitta!
Aveva partorito undici figli, per fortuna cinque erano morti appena nati, i tempi erano duri nel dopoguerra e sempre per chi è più povero di mezzi la morte arriva prima.
Lei era passata indenne dopo il conflitto infame, somigliava ad una nobildonna e forse lo era.La figlia ribelle non sapeva niente delle sue origini,nè aveva mai visto i nonni, nemmeno una foto, come se tutto fosse stato rimosso, solo brevi accenni, voci di vicini ficcanaso. Si diceva che fosse stata cacciata dai suoi genitori per una scelta d'amore sbagliata, si mormorava provenisse da un'ottima famiglia; lei bella e tanto giovane, quando s'innamorò dell'uomo non ritenuto alla sua altezza! La figlia ascoltava quelle voci e spesso nella sua fervida fantasia di bambina,quasi adolescente, la immaginava quasi come una madonna, come un agnello sacrificale. Si chiedeva spesso chi fosse quell'uomo brutale, irascibile, nevrotico, dedito all'alcool ed alle donne, quell'individuo dall'intelligenza vivace: pittore, cuoco, ruffiano e chissà quant'altro: suo padre.
La bambina cresciuta in fretta, la ragazzina che divorava libri e musica cominciò ad odiarlo. Ogni giorno di più cresceva quell'odio terribile, voleva che morisse, nella sua mente ogni momento si augurava che non tornasse a casa, che scomparisse per sempre, perchè aveva fatto troppo male.
Lui invece si presentava sempre alla stessa ora: alle 13 ed alle otto di sera, bussava alla porta e qualcuno gli apriva...poi iniziava il rito......

mercoledì 15 giugno 2011

La figlia ribelle...1° punto

Improvvisamente le urlò con ferocia parole infuocate: - tu provieni da una famiglia di alcoolizzati e depressi!!!!-
Queste accuse la colpirono più del previsto, anche se lei si aspettava questo attacco.I suoi occhi si colmarono di lacrime amare che scavarono un solco profondo sul suo bel viso.Si sentì confusa, annientata e non seppe cosa dire: restò muta con il suo dolore ed i suoi ricordi che riaffiorarono alla mente, come braci ardenti sotto i piedi scalzi.Allora si ricordò che un tempo aveva una famiglia: un padre,una madre,due sorelle e tre fratelli.
Le urla salivano fino alla sommità della quercia secolare sotto il suo balcone,in aperta campagna, era l'ora di pranzo, ma il rito si ripeteva anche a cena,sempre uguale,come un dipinto sulla parete: otto persone sedute intorno ad un tavolo imbandito di niente.....Sì, spesso c'era da mangiare tanto e bene, altre volte ci si accontentava, ma era sempre un contendersi un piatto,forse più pieno, un pezzo di prosciutto forse più spesso,....poi le urla, quelle che trapanano il cervello, gli insulti..e lei guardava la scena di cui faceva parte,con una tristezza indescrivibile e forse uguale ad ogni giorno.Allora smetteva di mangiare ,osservava la sua famiglia e si diceva:- " io ne faccio parte - sono così, forse anche peggiore di loro, forse il mio silenzio è più grave!!"
Il rito si esauriva dopo abbondanti bicchieri di vino, poi c'era il caffè,quello era buono,forte,una favola.
Lei non beveva, forse aveva paura di diventare come loro..i suoi fratelli,suo padre.
Si alzava e trovava una scusa per andarsene e tutto il suo percorso,breve ma intenso, in quella famiglia si riduceva ad un addio detto senza parole.Solo la madre forse capiva, ma lei che era solo una ragazzina, si aspettava un bacio,un abbraccio, forse un cenno d'intesa,invece niente, la madre sembrava muta ( non parlava quasi mai) e la figlia si chiedeva come mai fosse così taciturna,non si ribellasse mai.Si sentiva di più lo zio ( lui sordomuto dalla nascita), che quando si arrabbiava, nelle rare visite di cortesia che era costretta a fare, ebbene lui si faceva capire, quasi un rantolo, ma cercava di esprimere il suo scontento e la sua gioia.

giovedì 2 giugno 2011

R.L. :-) 3 giugno 2011....Auguri!!!!!

I tuoi primi ottant'anni, portati con disinvoltura, sempre in giro... Dicevi sempre con una cartolina "vagabondando qua e là", difficile trovarti a casa, al telefono hai la segreteria..conosci troppe persone e non vuoi che ti facciano gli auguri,dici sempre che gli anni si festeggiano da bambini, quando lo stupore di una candelina accesa fa rischiarare il mondo. Leale, umile e schiva, non vuoi complimenti, per quello che scrivi, per la tua Poesia, il tuo mondo, per me ancora incantato, la tua generosità, il modo in cui ti incontri con gli altri, di qualsiasi estrazione sociale, rimani uguale ed è per questo che ti amo. Mia dolce R.L. non so domani dove sarai, nè te lo chiederò, so che ogni tanto leggi quello che scrivo e con me non sei stata mai avara di parole incoraggianti, del resto, fin da bambina mi dicevi di leggere e scrivere tanto: ebbene io l'ho fatto, ti ho ascoltato, in altre cose no, sai, sono testarda, ma pian piano anch'io sto cambiando. Tu no, sei sempre come un faro, quando c'è tempesta per tutti noi, ci accogli e coccoli, solo come tu sai fare ed è a te che va il mio primo pensiero d'amore, il mio desiderio di vederti...

Sei àncora incanto, il mio primo stupore
per una carezza lieve, la prima che mi donasti,
sei mare ed onda, mistero e limpidezza,
sei semplice, buona,
sensibile al dolore, ami la pace.
Ed ancora oggi, dietro colline azzurre
vedo il tuo sorriso rimasto intatto e puro.